Allianz Trieste-Dolomiti Energia Trentino 92-82, Davide Alviti sta fiorendo a Trieste

Domenica 20 dicembre 2020 • Eurosport Player

Il career-high di Davide Alviti, confezionato con una prestazione balistica eccezionale da 5/5 dall’arco interamente nella ripresa, mi ha colpito così tanto che, per ri-raccontare la mia quinta telecronaca di questa stagione per Eurosport, ripropongo un focus scritto ad hoc e pubblicato sul sito di eurosport.com, accompagnato da una clip con i canestri dell’ala dell’Allianz Trieste. Buona visione e buona lettura!

Davide Alviti segna 19 punti con 5/5 da tre nella partita tra Allianz Trieste e Dolomiti Energia Trentino.

Non abbiamo ancora doppiato la boa di metà stagione, anzi, nel suo caso specifico siamo a meno di un terzo, ma se potessimo fondere il premio di miglior italiano con quello di giocatore più migliorato otterremmo già il chiaro ritratto di Davide Alviti. Tracciando su un foglio bianco la storia del suo ultimo anno e mezzo, avremmo una parabola in continua e rapida ascesa. Ma se volessimo racchiuderla all’interno di un racconto, disegneremmo invece una delle favole più belle della storia recente del basket italiano, una di quelle che servono come il pane per un movimento che fatica a ritrovare una propria identità nazionale dopo aver sofferto per molti anni il lato più oscuro della legge Bosman e della libera circolazione dei giocatori stranieri.

Da rookie ad Azzurro in 10 mesi

Nel giro di una manciata di mesi, Alviti è balzato dalla LegaDue alla maglia della Nazionale, un gradino enorme bruciato con rapidità sorprendente, ma meritata. Perché quei lampi con cui ha illuminato, a sprazzi, la sua stagione da rookie con Treviso si sono trasformati in un faro dalla luce calda, forte e salda nella sua seconda fermata a Trieste. Per certi versi, la sua ascesa è sovrapponibile a quella di Amedeo Tessitori, suo ex-compagno di squadra, non a caso, a Treviso, una piazza che ha sempre avuto una predilezione particolare per lo sviluppo dei talenti italiani, da Denis Marconato a Massimo Bulleri negli anni d’oro dell’epoca Benetton (altra società e altri colori, vero, ma stesso cuore pulsante), ad Andrea Bargnani e Alessandro Gentile negli anni più recenti prima della chiusura dei battenti e della rinascita sotto le nuove spoglie biancoblù. Ma Alviti, inserito in un contesto che gli regala maggior spazio e fiducia, e soprattutto in un ruolo ormai chiave nella pallacanestro moderna, quello dell’ala atletica con tiro da fuori, sta andando ben oltre quelli che, a una prima occhiata fugace, sembravano essere i suoi limiti.

On air (in smartworking) per la telecronaca di Allianz Trieste-Dolomiti Energia Trentino

Triple, difesa e rimbalzi: Alviti è il giocatore perfetto per il basket moderno

In un basket che ha sempre più fame di quella categoria di giocatori 3&D, ossia in grado di costituire una minaccia offensiva per la loro capacità di aprire il campo con il tiro da fuori e, contemporaneamente, fungere da pilastri difensivi per qualità fisico-atletiche che li rendono un’arma tattica decisiva sui cambi, Alviti è uno specimen perfetto. In questo momento, la sua fiducia nel tiro da tre punti ha toccato picchi elevatissimi: con il 53.5% dall’arco, è il terzo miglior tiratore dell’intero campionato, costretto a inchinarsi soltanto di fronte a due mostri sacri come Gigi Datome e Sergio Rodriguez, che, a loro volta, stanno vivendo partite di qualità eccezionale (nella passata stagione sarebbe stato nettamente leader della classifica con questi stessi numeri).

Efficace sia come tiratore piazzato che in uscita dai blocchi, dove ha migliorato molto la rapidità di esecuzione e la solidità generale del proprio movimento, Alviti vola a 12.6 punti di media sulla scia delle sue triple, numeri che lo rendono il terzo miglior marcatore italiano alle spalle di Stefano Tonut e di un canestraro di razza come Pietro Aradori: nelle prime cinque gare di campionato è sempre andato in doppia cifra e ci è tornato, dopo aver sofferto (come tutta la squadra) un momento di appannamento con il ritorno in campo dopo il lungo stop per i contagi da coronavirus, nell’ultima gara giocata contro Trento, dove, con un perfetto 5/5, ha aggiornato il proprio career-high in Serie A toccando quota 19.

Al tiro pesante, come detto, si affiancano qualità importanti anche nella metacampo difensiva, dove Alviti può sfruttare le doti fisiche per reggere sui cambi e per cementare una delle aree più difficilmente attaccabili della Serie A (Trieste è terza per percentuale da due concessa agli avversari, 48%, alle spalle di eccellenze come Milano e Virtus Bologna). Il suo lavoro in aiuto a rimbalzo è straordinario: con 7.3 raccolti a gara, è il miglior italiano nella specialità e 12° in tutta la Serie A, con una crescita pazzesca rispetto alla scorsa stagione (+5.3). La chiamata in Nazionale che ho la visto debuttare in azzurro lo scorso 30 novembre nella vittoria sulla Russia è la diretta e meritata conseguenza. E poco importa se la sua “prima” si sia risolta in una comparsata da sette minuti senza punti: tempo e occasioni non mancheranno.

scritto da Daniele Fantini