AX Armani Exchange Milano-Anadolu Efes Istanbul 98-75

Venerdì 9 aprile 2021 • Mediolanum Forum di Assago (MI)

Faccio fatica a definire Milano-Efes una partita. La chiamerei, piuttosto, un bell’allenamento agonistico, una di quelle sgambate 5vs5 che si fanno al termine di una sessione intensa per preparare con attenzione e cura i dettagli per una partita importante in arrivo nel fine settimana. D’altronde, il sospetto c’era. L’Efes è arrivato al Forum in mezza gita, già conscio di non poter migliorare o peggiorare la sua terza posizione finale in classifica e, in situazioni come queste, l’ultimo desiderio è quello di stancarsi troppo, sforzarsi o rischiarsi di farsi male, soprattutto con i playoff incombenti tra una decina di giorni. Il fatto che né Messina né Ataman abbiano chiamato un singolo minuto di sospensione per l’intera partita, ma che si siano “accontentati” soltanto dei TV time-out d’obbligo alla metà di ogni quarto, la dice lunga sul modo in cui la serata sia stata vissuta su entrambe le panchine.

La palla a due tra Kaleb Tarczewski e Tibor Pleiss che apre il match tra AX Armani Exchange Milano e Anadolu Efes Istanbul

Di pallacanestro vera se n’è vista pochissima, credo soltanto 4-5 minuti in apertura di terzo periodo, quando Ataman ha finalmente schierato il suo quintetto migliore dopo tante rotazioni ed esperimenti. Il -10 dell’intervallo lungo, tutto sommato, non era poi così malvagio, e una tastata al polso della situazione era lecito darla. In questo, però, bisogna riconoscere la forza di Milano. Non si è fatta intimorire dalla reazione ospite, anzi, l’ha spenta quasi subito, sul nascere, ed ha acquisito ulteriore forza, slancio e fiducia per spaccare la contesa in maniera definitiva, aprendo il sipario per un lungo garbage-time in cui abbiamo potuto vedere in campo l’intero fondo delle due panchine.

Rivedere in campo contemporaneamente Malcolm Delaney e Jeremy Evans è stata una mezza sorpresa, ma molto, molto positiva. Certo, il contesto sappiamo non essere stato dei più probanti, ma entrambi mi hanno dato sensazioni positive, sia a livello individuale sia come capacità di incidere sull’intera squadra. Delaney serviva tantissimo. Pur avendo giocato un’intera stagione di grande lavoro oscuro, il suo rientro è fondamentale per ridefinire la struttura e le gerarchie della squadra su entrambi i lati del campo. E, guarda caso, con il suo ritorno è combaciata anche la rifioritura di Sergio Rodriguez. Era parecchio tempo che non vedevo il Chacho così leggero, concentrato e ispirato, con quello sguardo sempre pronto a guizzare da una parte all’altra del campo alla ricerca di un’idea o di un compagno da mandare facilmente a canestro. Chiaro, le cose diventano più facili quando puoi essere gestito e sai di avere comunque le spalle ben coperte.

Lo starting-five dell’AX Armani Exchange Milano all’inizio del terzo periodo nella sfida contro l’Anadolu Efes Istanbul.

L’intesa con Jeremy Evans, di cui avevamo già avuto qualche abbozzo nell’ultima partita contro il Barcellona pre-infortunio, mi sembra già a livelli interessanti. E direi che, finalmente, il Chacho ha trovato un centro rollante capace di rendere ancor più efficaci le sue giocate in pick’n’roll. La rapidità, l’atletismo, la verticalità e il tempismo con cui attacca l’area e il ferro dopo aver portato il blocco sono di un livello superiore a qualsiasi altro big-man passato su sponda Olimpia negli ultimi due anni. E poi, a un atleta così, basta metterla lì, vicino al ferro, per trasformare una palla alzata in una schiacciata spettacolare. D’altronde, non è mica stato campione del Dunk Contest a caso…

Sull’Efes, invece, c’è poco da dire, ed è un peccato. Perché sarebbe stato molto interessante poter dare un’occhiata da vicino a tutti i grandi campioni di una squadra che, negli ultimi tempi, è tornata a viaggiare con la stessa forza, la stessa spinta della scorsa stagione, quando era indiscutibilmente la miglior formazione d’Europa per qualità e bellezza del basket giocato. Sia Larkin che Micic hanno sorvolato la partita senza spremersi, regalando soltanto un paio di accelerazioni degne del loro nome. Abbiamo visto tanto i panchinari, e, in un certo senso, quanto l’Efes sia comunque profondo e in grado di trovare tante soluzioni offensive pur giocando con marce molto più basse rispetto al consueto. Non so che cosa possa esprimere il Barcellona con l’inserimento di Pau Gasol, ma, al momento, tengo ancora questo Efes come mia favorita personale per il titolo. Ci sta?

scritto da Daniele Fantini