AX Armani Exchange Milano-FC Bayern Monaco 80-69

Giovedì 22 aprile 2021 • Mediolanum Forum di Assago (MI)

Tra regular-season e playoff, Milano e Bayern si sono affrontate per quattro volte in stagione e il conto parla chiaro: 4-0 Olimpia. Eppure, nonostante il robusto vantaggio nel testa-a-testa, resta uno scontro e una serie di strana e difficile interpretazione, proprio per il modo in cui sono maturate queste vittorie, mai lineare. Una tripla di Shavon Shields alla fine dei supplementari nel match di andata, un trionfo stellare cementato sulla difesa in quello di ritorno, una rimonta epica dal -19 in gara-1, e una rimonta subita rischiata dal +22 in gara-2. Manca un filo logico che riassuma il tutto, più per le caratteristiche del Bayern che di Milano, perché, se l’Olimpia si è ormai costruita una sua identità, la squadra di Trinchieri resta tra le più pazze e imprevedibili non soltanto dello scacchiere playoff ma dell’intero campionato. E non è un caso che, proprio per queste sue caratteristiche, abbia raccolto il miglior risultato della storia con un roster che, sulla carta, nessuno avrebbe mai pronosticato in grado di raggiungere il quinto posto finale in classifica.

Milano in vantaggio sul piano mentale

Nella schizofrenia del 4-0, Milano si ritrova comunque in una situazione dominante dal punto di vista mentale, e non soltanto per il doppio vantaggio della serie che le ha concesso tre match-point contro un avversario che, a questo punto, non ha più nessuna possibilità di errore. L’Olimpia ha dimostrato di essere in grado di battere il Bayern in ogni maniera possibile (punto-a-punto, dominando, in rimonta, domando una rimonta) e la faretra di Trinchieri comincia ormai a essere a secco di frecce e alternative. Il divario psicologico è emerso in maniera chiara nella prima parte di gara-2, quando il Bayern, affossato dal tracollo della prima partita, si è lasciato percuotere incassando colpi a ripetizione. Certo, poi c’è stata una reazione, forte, nel terzo quarto, ma quando ormai non c’era più nulla da perdere e comunque incapace di raggiungere l’obiettivo.

La presentazione dell’AX Armani Exchange prima della palla a due di gara-2 contro il Bayern Monaco.

L’esperienza dei veterani, il fattore in più per l’Olimpia

Il gap di esperienza pro-Milano è il secondo fattore che, finora, ha caratterizzato la serie, soprattutto nella gestione dei finali. Il Bayern ha un solo uomo con un vissuto nei playoff, James Gist, molto cavalcato e ancora capace di esprimere un basket di buon livello a 35 anni, mentre l’Olimpia può schierare una batteria intera di veterani di qualità. Certo, l’età ha anche il suo risvolto oscuro della medaglia, tradotto nella difficoltà nel pareggiare la fisicità e l’intensità degli avversari, ma i vantaggi a livello di gestione della partita sono nettamente superiori. Sergio Rodriguez è stato determininante nei finali di entrambe le gare esplodendo dopo una prima metà complicata, Kyle Hines ha tenuto in scacco l’intera front-line avversaria entrando, anche con la sua semplice aura carismatica, nella testa dei vari Johnson e Reynolds, Malcolm Delaney è tornato un’arma difensiva straordinaria e ha finalmente restituito all’Olimpia un altro floor-general sul perimetro, e Vlado Micov è resuscitato da un momento complicato dando tanta esperienza tattica anche nella propria metacampo.

Pareggiare fisicità e atletismo: la chiave per vincere a Monaco

E sarà proprio quel gap di fisicità la chiave su cui Milano dovrà lavorare con la serie che ora si sposta a Monaco per le prossime due partite. Se l’Olimpia riuscirà a pareggiare la durezza e l’atletismo degli avversari, soprattutto sotto canestro e nel controllo dei rimbalzi, aspetti del gioco che hanno segnato, nel bene e nel male, l’andamento delle prime due partite della serie, allora avrà una chiara chance di poter chiudere i conti anche già in gara-3. Sarà difficile, perché si troverà di fronte una squadra ferita gravemente e ormai senza più via di scampo, pronta a riversare tutta la sua rabbia agonistica in campo, cercando di calcare sull’aspetto nervoso della partita (e l’accenno di rissa esploso nel finale di gara-2 rema proprio in questa direzione). Il Bayern sembra ormai consapevole del fatto che, giocando sulla semplice tecnica e tattica, non ha la forza per battere questa Milano, e proverà ad aumentare a livello massimo intensità e agonismo. E, proprio per questo, la testa e la capacità di restare mentalmente sulla partita faranno tutta la differenza.

scritto da Daniele Fantini