AX Armani Exchange Milano-Zalgiris Kaunas 98-92

Mediolanum Forum di Assago, 20 novembre 2020

Dimenticatevi lo Zalgiris dei vostri padri. Questa è una squadra che con la pallacanestro lituana ha davvero poco da spartire. Non che sia un male, anzi. Dopo l’apice raggiunto con Jasikevicius, era impensabile trovare un sostituto che potesse fare quello stesso lavoro in modo migliore. Lo Zalgiris, semplicemente, doveva cambiare. E coach Martin Schiller mi piace un sacco.

Credo di non aver mai visto una squadra correre così tanto e così bene come questo Zalgiris a livello di Eurolega, dove, in realtà, si tende a giocare in modo compassato, controllando il ritmo. Il modo in cui attaccano il campo aperto con tutti gli uomini a occupare perfettamente le corsie è spettacolare. Perché non basta correre più veloce dell’avversario. Bisogna anche essere in grado di farlo con le giuste spaziature, o il contropiede non sarà così efficace.

Mi piace l’impronta che Schiller sta dando alla squadra, una mano in cui si riconoscono molti dei concetti che ha appreso e insegnato negli anni trascorsi in G-League. L’ossessione per attaccare il campo aperto in contropiede a ogni possibilità, l’importanza dello spacing per il tiro da tre punti, la creatività dal palleggio, le zone miste per imbrigliare gli attacchi avversari. Se non ho sofferto svarioni, ho visto diverse azioni di difesa match-up ripresa dalla 1-3-1 di d’antoniana memoria. Un azzardo tattico a questo livello, ma se funziona…

La palla a due tra Kyle Hines e Joffrey Lauvergne apre la sfida tra AX Armani Exchange Milano e Zalgiris Kaunas

Veniamo ai singoli. L’avevo puntato già dalla pre-stagione, e non mi ha deluso. Rokas Jokubaitis è destinato a diventare molto presto la next big thing del basket europeo. I progressi che ha compiuto in estate sono sconvolgenti per un classe 2000 che, fino a pochi mesi fa, stentava a vedere il campo anche con un coach protettivo nei confronti dei giovani lituani come Jasikevicius. Quando può attaccare dal palleggio mettendo in moto il suo motore a mille cilindri si trasforma in un ariete quasi incontenibile. La rapidità di piedi e del primo passo sono superlative, la proprietà di palleggio e controllo del corpo eccellenti. Ora deve aggiungere quel qualcosa in più nelle letture contro gli aiuti per raggiungere lo step successivo, quello che gli permetterà di diventare un giocatore importante di Eurolega. Ma l’impressione è che ci riuscirà in tempi molto brevi.

L’altra metà del mio stupore è ricaduta invece su Lukas Lekavicius. Lo ammetto, non ho mai stravisto per lui, ma questa sera ne ho compreso, finalmente, le qualità. Era tantissimo tempo che non vedevo un playmaker bianco con quella velocità e quel primo passo. Devastanti. Lui e Jokubaitis sono stati due furetti incontenibili per chiunque, sia sul perimetro sia per gli aiuti di Hines, LeDay e Brooks. Non a caso, hanno forgiato essenzialmente loro il parziale con cui lo Zalgiris ha riacceso il finale rientrando dal -20 fino al pareggio.

Venendo ai rossi, invece, Kevin Punter è decisamente tornato. Questa sera ho rivisto lo stesso giocatore in super-fiducia in se stesso e nel suo tiro che ha dominato tutte le partite fino all’infortunio. Mentalmente sul pezzo, concentrato, estremamente vocale, soprattutto in difesa, dove – ragazzi! – quelle braccia sono veramente lunghe. Sono rimasto sorpreso da quanto Punter comunichi con i compagni nella metacampo difensiva, sia a gesti che a parole. E di come uno come Kyle Hines, che della difesa dovrebbe essere e sarebbe l’àncora, sia invece estremamente cheto e silenzioso.

Assieme a Punter sta tornando, finalmente, anche Malcolm Delaney. Peccato essere stati dalla parte opposta del campo e non aver potuto apprezzare da vicino quel “cameriere” appoggiato al vetro con cui ha chiuso la partita. Ma quella tripla scagliata poco prima, di puro istinto in transizione, si è vista bene anche dalla mia posizione. E quel mio “NO” dev’essere riecheggiato vagamente tra le sedie vuote del Forum, prontamente sconfessato dalla retina bruciata. Ma, tutto sommato, una piccola soddisfazione l’ho avuta, perché quel “NO” l’ha sentito molto bene il gm, Christos Stavropoulos, seduto davanti a me. Si gira e mi fa: “Meno male, perché quella tripla era proprio brutta…”.

scritto da Daniele Fantini