Belinelli è tornato, per la Virtus si aprono le volate della verità

Marco Belinelli is back. Senza quello sciagurato infortunio sofferto sul parquet del Buducnost sarebbe stato lì, a Milano, due settimane fa, provando a spingere la Virtus verso il secondo trofeo dell’era Djordjevic dopo la Champions League del 2019, lo step iniziale con cui Bologna ha realmente aperto l’attuale progetto per tornare a far risplendere la grandeur di un tempo. Senza di lui, la Coppa Italia è finita come sappiamo, con quell’amaro remake della sconfitta al primo turno con Venezia, proprio come successo a Pesaro lo scorso anno, un doppio cazzotto che, unito alla finale di Supercoppa persa in casa contro Milano, ha contribuito a ri-alimentare i dubbi sull’effettiva portata di questo gruppo: di fianco all’evidente processo di crescita vissuto nelle ultime due stagioni, si pone anche un’adeguata capacità di imporsi, a livello mentale prima che tecnico-tattico, nelle gare decisive a eliminazione diretta?

Le risposte arriveranno a breve, perché adesso, dopo aver visto sfumare i primi due trofei dell’anno, la Virtus si lancerà in una doppia volata verso i playoff di Serie A ed Eurocup, grande obiettivo stagionale per poter tornare a calcare il palcoscenico d’Eurolega. Lo farà con un Marco Belinelli in più a roster, potenzialmente dominante per la Coppa (65 punti realizzati nelle prime tre gare prima dell’infortunio di Podgorica) ma forse ancora alla ricerca del ruolo e dell’equilibrio migliori per massimizzare la sua efficacia all’interno di un gruppo che, prima del suo debutto ufficiale di fine dicembre nel big-match di campionato contro l’Olimpia, aveva comunque costruito un proprio sistema vincente, con gerarchie e compiti chiari, nel corso di mesi e mesi. E inglobare un giocatore importante ma anche ingombrante come lui non è sempre cosa facile e/o scontata.

Il ritorno di Belinelli: un terzo quarto da antologia contro Varese

Le prime indicazioni fornite dal suo rientro in campo dopo oltre tre settimane di stop contro Varese possono venirci in aiuto. Belinelli è entrato in partita in punta di piedi, costeggiandola con una lunga manovra di studio nel primo tempo, ma azzannandola, poi, in maniera letale in avvio di ripresa, quando ha potuto capitalizzare sui suoi istinti offensivi migliori. Quelle uscite dai blocchi pindown, ora inseriti in maniera massiccia appositamente per lui nel playbook di Djordjevic, lo rendono un giocatore potenzialmente immarcabile per la maggior parte delle avversarie di Serie A e Coppa. Pochi, se non pochissimi (in Italia forse solo Kevin Punter) hanno la sua stessa capacità di lettura ed efficacia nei movimenti in curl (ricciolo), raffinata con un lavoro lungo anni e anni, quando era ancora una situazione molto utilizzata nel basket dello scorso decennio e, forse per questo motivo, ora di più difficile interpretazione da parte di difese abituate a un gioco più aperto e spaziato sul perimetro.

Beli ha cavalcato a lungo la stessa giocata, con ovvie variazioni a seconda della reazione della difesa, trovando sempre una breccia per sparare una mitragliata da 13 punti in un solo quarto, quello decisivo per spaccare definitivamente equilibri e indugi. Lo ha fatto in maniera, fluida, naturale, con la morbidezza e l’eleganza dei grandi campioni, senza monopolizzare l’attacco, ma nel pieno flusso del gioco, caratteristica imprescindibile della pallacanestro moderna. Punti e giocate sono sgorgati dalle mani con una semplicità invidiabile, e, a loro volta, hanno influito sull’attacco stesso della Virtus, aprendo nuovi spazi e soluzioni per i compagni, che Julian Gamble e Josh Adams hanno saputo tradurre in altrettanti canestri. È questo il Belinelli che serve alla Virtus, quello perfettamente calato nel flow offensivo. Quello per cui, ricontrollando le statistiche a fine quarto, ti stupisci di quanto possa essere stato efficace quasi senza fare il minimo rumore.

Martedì torna l’Eurocup: due gare da vincere per la testa di serie #1 ai playoff

Martedì 2 marzo, con la trasferta di Lubiana, Bologna tornerà in campo per completare le Top 16 di Eurocup dopo la pausa per la Coppa Italia. Ci eravamo lasciati proprio con quella vittoria di Podgorica che, a lato dell’infortunio di Belinelli, aveva rafforzato l’imbattibilità stagionale (14-0), il primato nel Gruppo G (4-0) e ufficializzato la qualificazione ai playoff con due turni di anticipo. Sono numeri straordinari nella loro portata, ma non ancora sufficienti. Perché la Virtus, nelle prossime due settimane, si giocherà non soltanto il primo posto nel girone ma anche la testa di serie #1 nello scacchiere della post-season, fondamentale per avere sempre il fattore campo a favore nelle serie al meglio delle tre gare di quarti, semifinali e finali.

E, nonostante i numeri che abbiamo appena ricordato, in questo momento Bologna sarebbe soltanto numero 2: davanti a lei svetta l’Unics Kazan, l’unica altra squadra imbattuta nelle Top 16 e forte di una differenza canestri migliore (+60 contro il +58 di Bologna). Ogni singolo canestro, ogni singolo punto nelle prossime due partite avrà quindi un peso specifico notevole. Non si potrà concedere nulla né alle velleità del Cedevita Olimpia, che a sua volta, con un record di 3-1, si gioca l’accesso ai playoff e il primato del gruppo con la stessa Virtus, unica in grado di batterla finora nelle Top 16, né all’ultima comparsata del Bourg-en-Bresse (9 marzo), che dopo aver eliminato Venezia con quel surreale back-to-back in pieno focolaio covid orogranata, ha già salutato la competizione languendo sul fondo del girone (quattro sconfitte in quattro gare).

scritto da Daniele Fantini