Il mese perfetto di Treviso: è già grande outsider dietro le big

Settembre ormai è andato. E Treviso non ha perso una singola partita ufficiale. 4-0 nel gironcino di Supercoppa, 3-0 nei preliminari di Champions League, e partenza lanciata in campionato con il sacco di Tortona. Certo, nel mezzo ci sarebbe quel ko alle Final Eight contro Milano, ma una partita giocata con soli quattro senior a referto lascia, con tutto il rispetto, il tempo che trova.

Il grasso +15 messo in dispensa con la vittoria di Tortona lancia la Nutribullet lì, nelle parti altissime della classifica, a sandwich tra Venezia, Virtus e Milano, le tre contender principali per il titolo. E, per quanto visto finora, non sarebbe così malsano pensare di poterla ritrovare in quella stessa zona anche a fine campionato. D’altronde, il sesto posto della scorsa stagione, conquistato con una squadra meno profonda, meno qualitativa e con ambizioni di partenza inferiori, remerebbe in quella stessa direzione. Verso un percorso di crescita continua che quest’anno sarà ulteriormente arricchito dall’esperienza internazionale con la FIBA Champions League (per info, si parte il 5 ottobre nel girone con VEF Riga, AEK Atene e Falco Szombathely).

PIÙ PREPARATA, PIÙ AVANTI E CON PIÙ CHIMICA DELLA CONCORRENZA

Il trionfo nella opening-night di Tortona non è mai stato in discussione. Eppure, sulla carta, sembrava uno degli incroci più intriganti della prima giornata, contro la neo-promossa terribile e affamata che, proprio come Treviso, aveva fatto percorso netto nel gironcino di Supercoppa. Sul parquet del PalaFerraris, la Nutribullet ha dimostrato e confermato di essere una delle squadre con la miglior preparazione e la miglior chimica del campionato.

Certo, aver già disputato un numero abnorme di partite ufficiali (9 in 23 giorni) è di grosso aiuto. Ma la sostanza è chiara: è raro trovare, in questo momento della stagione, squadre di quella fascia di classifica così ben amalgamate e performanti. E, in quella sconfinata terra di mezzo che sembra estendersi alle spalle delle tre note (Virtus, Milano e Venezia), aver già trovato equilibri così fini e importanti tenderà a fare la differenza contro la diretta concorrenza. Al netto, ovviamente, degli infortuni (Matteo Imbrò è già un esempio sfortunatissimo) e della capacità di resistere al logorio dettato dal doppio impegno con la Champions.

TRA ESPERIENZA, LINEA VERDE E ITALIANI: UN MERCATO E UN GRUPPO CHE PIACE

In estate, Treviso ha salutato il suo miglior marcatore e faro tecnico (David Logan, 16.1 punti) e il suo miglior rimbalzista, stoppatore, ancora difensiva e terza bocca da fuoco (Christian Mekowulu, 12.7 punti, 6.5 rimbalzi, 1.3 stoppate). Eppure, la squadra sembra non averne risentito. Anzi, sembra essersi migliorata lavorando con estrema attenzione sul mercato.

La Nutribullet intriga per quel mix costruito tra sapienza, potenza e linea verde. Nel primo gruppo rientra la conferma di Dewayne Russell, un vero colpaccio. Ma mai quanto quella di Michal Sokolowski, vero giocatore-barometro per quella sua capacità straordinaria di poter coprire ogni necessità, in attacco e difesa. E averlo affiancato con un altro califfo dell’Est come Tomas Dimsa fornisce alla squadra una doppia arma offensiva diabolica. Giocare anche una situazione semplice, di doppie uscite, con Dimsa e Sokolowski, creerà tanti problemi alle avversarie. Tortona lo ha già sperimentato sulla sua stessa pelle (12/16 in coppia dall’arco).

Nel secondo gruppo, sotto canestro, ci sono muscoli e potenza, gli stessi che garantiva Mekowulu, ma incanalati verso uno spartito più ordinato e metodico con Aaron Jones Henry Sims, due centroni di peso ma con tecnica per colpire anche dal mid-range e da fuori (caratteristiche che il predecessore, ora a Sassari, aveva meno in faretra).

Nel terzo figura invece una delle coppie più stuzzicanti per il futuro della nostra Serie A e della Nazionale. Giordano Bortolani Davide Casarin hanno scelto Treviso per continuare a crescere, con spazio, minuti e fiducia, investendo di importanza enorme il lavoro di coach Max Menetti in panchina e quello, più generale, della società nello sviluppo dei giovani. Perché Treviso sarà il trampolino di lancio per tornare, maturati e con la chance di essere più protagonisti, rispettivamente a Milano e Venezia. Ma al loro fianco c’è comunque tanta Italia, con Imbrò, Matteo Chillo Nikola Akele. Un altro che, proprio a Treviso, è esploso nella scorsa stagione entrando in pianta stabile nell’orbita della nazionale azzurra. Un caso? Per nulla.

scritto da Daniele Fantini

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