Imbattuta e ai playoff: la Virtus Bologna è la grande favorita

Il 14-0 con cui Bologna è approdata ai playoff non ha bisogno di commenti o spiegazioni. Semplicemente, era impossibile far meglio di così. L’Eurocup tornerà tra un mese, dopo la pausa per le coppe nazionali e gli impegni di qualificazione agli Europei, ma è difficile pensare che la Virtus non abbia interesse a tenere viva la striscia anche a marzo: la qualificazione è in tasca, ma c’è ancora un primo posto da blindare con la miglior differenza canestri possibile per ottenere il fattore campo nei playoff. Certo, il record complessivo in stagione (9-6 in casa, 16-0 in trasferta) parrebbe consigliare in maniera differente, ma mischiare il rendimento tra campionato ed Eurocup è ugualmente fuorviante. Sono tornei troppo diversi per essere paragonati, sia per la qualità delle avversarie che, soprattutto, per il focus con cui la Virtus li sta affrontando. Che il principale obiettivo stagionale sia approdare a quella finale che aprirebbe la strada alla prossima stagione di Eurolega è, ormai, il peggiore dei segreti di Pulcinella.

Le 14 vittorie consecutive sono un traguardo importante e una dote cospicua ma, in realtà, valgono soltanto la quinta striscia più lunga nella storia dell’Eurocup. Già, fecero meglio il Khimki nel 2013-14 e Valencia nel 2018-19 (15 in fila) e il Lokomotiv Kuban, addirittura in due occasioni (19 nel 2014-15 e 20 nel 2017-18, record assoluto del torneo). Eppure, di queste, soltanto Valencia centrò l’obiettivo, piegando l’Alba in finale e aprendosi la strada per l’Eurolega, dove alberga ancora oggi rischiando però l’addio se non dovesse riuscire a qualificarsi ai playoff (l’11° posto con un record di 11-12 non rema in questa direzione).

Il significato di questi numeri è chiaro: l’Eurocup, nella sua seconda fase, è una competizione difficile, equilibrata e ricca di insidie, capace di abbattere anche la forza e le certezze delle squadre più attrezzate, favorite e col vento in poppa. Se non siete ancora convinti, vi diamo un altro dato. Nel sondaggio di metà stagione tra i gm di Eurocup, l’Unicaja Malaga era data come seconda squadra favorita per la finale, con il 45.8% delle preferenze. Bene. Complici anche gli infortuni, Malaga ha già salutato la compagnia, perdendo tutte e 4 le gare giocate nelle Top 16.

Ok, ma la squadra più votata, qual è stata? Facile, la Virtus Bologna. Con un semi-plebiscito da 95.8% di voti. E qui, siamo d’accordo. Perché i playoff saranno anche mondo a sé, ma questa squadra ha tutto ciò che serve per arrivare fino in fondo.

Vissuto

Un termine classico del vocabolario di coach Pianigiani, ma alla base di ogni squadra vincente e perfettamente aderente alle caratteristiche della Virtus di oggi: Bologna ha un conto aperto con la coppa, dopo la pandemia che, nella scorsa stagione, l’ha fermata all’alba dei quarti di finale, togliendole quel traguardo che, molto probabilmente, avrebbe tagliato. Le motivazioni sono fortissime, così come la conoscenza reciproca e la chimica di squadra, confermata nel suo blocco portante in estate.

Difesa

La vera forza della Virtus poggia sulla qualità nella metacampo difensiva, com’era già stato nella scorsa stagione. L’Eurocup, abbiamo detto, non è la Serie A. Si gioca un basket diverso, a un livello differente di aggressività, intensità e fisicità, dove la tenuta difensiva fa la differenza prima della bontà degli attacchi. In questo aspetto, la Virtus è stata ridicolmente superiore a tutte le avversarie. La sua efficienza difensiva (numero di punti subiti per 100 possessi) la colloca nettamente in vetta con un dato di 84.8. Monaco, la seconda migliore (e possibile accoppiamento nei quarti di finale), vale 89.0. E il net rating, ossia il delta tra efficienza difensiva e offensiva, schizza addirittura a un piano superiore rispetto all’intera concorrenza: 19.6, seguito a distanza abissale da Lokomotiv Kuban (8.8), Monaco (8.1) e Badalona (6.0).

Forza in area

Anche se stiamo vivendo l’epoca della small-ball e dell’esplosione del tiro da tre punti, più si avanza in coppa, più il controllo dell’area diventa il vero fattore per il successo. E la Virtus è molto ben attrezzata, forte di una batteria di lunghi potente, produttiva e ben amalgamata, tra un centro old-school come Tessitori, uno pesante e tecnico come Gamble, uno atletico e rollante come Hunter, uno tiratore come Ricci e un jolly totale come Alibegovic. Se mai ve lo foste chiesti, sì, la Virtus è la squadra con la miglior percentuale nel tiro da due tra quelle rimaste ancora in corsa (61%).

Panchina

Nei playoff, i rischi che si accettano di prendere sono minimi. Giocano i più forti, i più pronti. Ed è questo il motivo per cui le rotazioni si asciugano tendenzialmente a 8-9 elementi. Ma la Virtus fa eccezione. Con il reintegro di Alessandro Pajola, Bologna avrà a disposizione un roster lunghissimo, con 12 giocatori pronti a contribuire, anche in tempi ristretti, in qualsiasi momento della partita. L’upgrade rispetto allo scorso anno è notevole. Anzi, potremmo definirlo anche vero salto di qualità, o difference-maker, di questa stagione.

Star power

Finora abbiamo analizzato concetti di squadra, collettivi, intangibles. Ma il gruppo, da solo, non vince le partite che contano. Per quelle servono anche e soprattutto i grandi campioni, quelli che pensano e giocano fuori dagli schemi, a un altro livello, che rendono vano qualsiasi piano-partita studiato per fermarli. Milos Teodosic Marco Belinelli appartengono a questo pianeta mistico. In Eurocup, nessuno ha la forza per limitarli o contrastarli. E la voglia di tornare a calpestare i parquet di Eurolega è, per entrambi, una motivazione impareggiabile.

scritto da Daniele Fantini