La crescita di Shavon Shields, two-way player perfetto per la Milano di Ettore Messina

Sabato 6 marzo 2021

Con quasi 28 minuti di media a partita, Shavon Shields è il giocatore più utilizzato in stagione da coach Ettore Messina in Eurolega. Il dato è in crescita rispetto alle sue due precedenti annate con il Baskonia, nonostante quella scorsa abbia risentito di un grosso rialzo dopo il cambio in panchina che ha accolto Dusko Ivanovic. Il significato intrinseco di questi numeri è lampante: Shields non ha soltanto retto il grande salto di qualità che lo ha portato da un comunque onesto Baskonia a una Milano con il chiaro obiettivo playoff, ma che è diventato subito il pezzo pregiato principale del nuovo scacchiere. I motivi sono piuttosto evidenti, ben spiegati anche dalla prestazione all-around da 23 punti con 4 rimbalzi, 2 assist e 7 falli subiti in 32 minuti abbondanti che lo ha eletto MVP a mani basse nel successo esterno dell’Olimpia a Kaunas.

Difesa: specialista sul perimetro e arma tattica per i cambi

Considerando la costanza di rendimento del giocatore (compresa la sua rapidissima risalita dopo le cinque gare saltate per infortunio a gennaio), non è un eccesso di partigianeria considerare Shavon Shields come uno dei two-way player più solidi di questa stagione di Eurolega. Perché, accanto a una produzione che lo pone alle spalle del solo Kevin Punter, bombardiere designato della squadra (13.6 punti di media contro i 14.3 di KP), il vero valore di Shields è da ricercarsi anche e soprattutto nella propria metacampo, lì dove incarna il prototipo del difensore perfetto per il sistema di Ettore Messina.

Con i suoi 201 cm di altezza abbinati a una velocità e reattività di piedi da guardia pura, Shields può imbavagliare qualsiasi giocatore avversario sul perimetro. La sua duttilità si è espressa in maniera evidente nella vittoria di Kaunas: dopo aver rintronato Marius Grigonis, attaccante tecnico, pulito, forte nei movimenti senza palla e nel tiro da fuori, ha poi preso in consegna Lukas Lekavicius nel finale, un giocatore con caratteristiche completamente differenti, fisicamente piccolo ma razzente e velocissimo, e dotato di un ball-handling invidiabile. Eppure, il risultato è stato identico. Spenti entrambi, così come successo già in tante occasioni in questa stagione, quando Shields è stato chiamato in causa nel preciso ruolo di stopper difensivo sull’attaccante avversario migliore, a prescindere dal ruolo in campo. Inoltre, come abbiamo già avuto di analizzare nel corso di questa stagione, il suo fisico lo rende molto efficace anche sui cambi difensivi, spesso accettati da un front-court che, con Kyle Hines e Zach LeDay, può permettersi di aggredire il pallone senza limitarsi al semplice contenimento sulle giocate in pick’n’roll. I suoi 201 cm sono utili in fase di rotazione, aiuto e rimbalzo, dove spiccano i suoi 4.1 di media, alle spalle della sola coppia di lunghi appena citata.

Attacco: full-package da sfruttare in un moderno sistema di flusso

A dispetto dell’energia profusa nella propria metacampo, Shields resta un giocatore insostituibile anche nel sistema offensivo dell’Olimpia, soprattutto in questo momento di assenze pesanti tra Delaney e LeDay. Con Michael Roll da finto playmaker, Kyle Hines da “finto centro” (passateci il termine per le caratteristiche di un giocatore che sembra ormai sempre a suo agio nell’attaccare gli avversari dal palleggio sul perimetro) e Datome/Micov da 4 tattici, Messina ha spiegato come il suo sistema, in realtà, possa essere tradotto in un basket postion-less, basato su flusso, letture e spaziature, perfettamente calato nella modernità di un gioco che tende ad avere ruoli sempre più sfumati. L’identikit del giocatore ideale per il basket moderno è l’ala di due metri con bagaglio offensivo totale, capace attaccare dal palleggio, tirare da fuori e avere buone letture delle contromosse difensive per un eventuale scarico, considerando il movimento di palla un mezzo-chiave per il mantenimento del vantaggio conquistato prima del passaggio (le modalità per ottenere questo vantaggio sono molteplici, da un blocco sulla palla, all’attacco di un cambio difensivo, a un’uscita dai blocchi, a un taglio).

In questo senso, Shields è un giocatore full-package, possedendo tutti i requisiti fondamentali: ha forza fisica per arrivare al ferro attaccando dal palleggio, un tiro da fuori solido e sicuro (il 47.4% è frutto di un incremento pazzesco del 13% rispetto alle medie della scorsa stagione) e, soprattutto, quel movimento in palleggio-arresto e tiro dalla media distanza molto old-school ma che sta tornando a essere un’arma molto efficace per attaccare difese preparate per lavorare forte a protezione dell’area e del tiro da tre punti. Il mid-range è concesso (o meglio, meno difendibile) per questioni di spaziature e percentuali di realizzazione, ma, se viene segnato con continuità, il banco salta…

scritto da Daniele Fantini