La nuova vita di Greg Monroe: “A Monaco sto benissimo: sono già andato due volte all’Oktoberfest…”

Assago, Royal Garden Hotel, 29 gennaio 2020

Il mio primo vero contatto con il mondo del Bayern Monaco è esattamente il riflesso dell’archetipo della cultura tedesca in Europa: precisione, meticolosità e attenzione esasperate all’inverosimile. L’addetto stampa fissa l’intervista con Greg Monroe dalle ore 18.00 alle 18.10, senza possibilità di sgarro. Alle 18.15 è previsto un meeting tra giocatori, seguito dall’allenamento al Forum alla vigilia della partita di Eurolega contro l’Olimpia Milano. Tranquilli, ci rassicura, perché Monroe è un tipo puntuale. E a fine intervista, che durerà 10’14” esatti, ci fa i complimenti: “Bravissimi, timing perfetto”.

Dalla parte opposta della sala, invece, i colleghi di Sportando non saranno così fortunati: la loro chiacchierata con Danilo Barthel si allunga più del dovuto, e l’intervista viene bruscamente interrotta causa meeting tra i giocatori: “Il capitano non può arrivare tardi”.

Monroe scende dalla camera alle 17.58, e tempo di microfonarlo, è pronto per le 18.00 in punto per rispondere alle domande. Si presenta in tuta acrilica rossa di ordinanza, pantaloni in acrilico blu, calzettoni bianchi lunghe e, tocco finale, ciabattone nere con il numero 10 scritto sopra a pennarello bianco. L’impatto fisico è paragonabile a un triangolo: collo corto, spallone enormi, tronco che si restringe via via finendo in due gambine a X che sembrano poter cedere da un momento all’altro sotto quella camminata un po’ strascicata e incerta. La voce è baritonale, monocorde, senza picchi, quasi un’eco profonda che si fa strada tra l’apertura di una caverna.

Greg Monroe. Sì, è molto alto. E molto grosso.

Come giudichi la tua esperienza in Eurolega finora?

“Mi sto godendo la mia esperienza in Eurolega, mi diverto a giocare in Europa. Mi aspettavo di trovare un livello alto, ottimi giocatori. Ho anche l’opportunità di viaggiare, vedere Paesi e città diverse, nuovi palazzetti, capire come i tifosi interagiscono con i giocatori e le squadre. L’Eurolega sta facendo un gran lavoro per alzare la qualità generale, è un campionato molto interessante per noi giocatori: è bello poter competere ad alto livello contro giocatori che provengono da ogni parte del mondo”.

Un numero sempre maggiore di ex-star della NBA sta venendo a giocare in Eurolega: che cosa vi aspettate di trovare qui?

“Credo di essere in grado di giocare ancora in NBA. Un giocatore deve avere la capacità di adattarsi alle situazioni. Arrivare in Europa dall’America ti costringe a cambiare certi aspetti del gioco, e viceversa. In questo momento mi sento aperto a qualsiasi possibilità. Prima di venire qui al Bayern Monaco ho riflettuto molto e ho capito che questo sarebbe potuto essere il posto giusto per me. Io, Derrick Williams, Nikola Mirotic, Amare Stoudemire, siamo venuti qui perché siamo consci del fatto di poter continuare a giocare ad alto livello anche in Europa. Per molti giocatori che non trovano o non hanno più tanto spazio in NBA, l’Eurolega è la scelta naturale: qui abbiamo l’occasione di giocare molte partite contro avversari e squadre di grande qualità”.

Quali sono stati i giocatori e le squadre che ti hanno impressionato di più finora?

“Ce ne sono davveo tanti. Shane Larkin, per esempio, è stato anche mio compagno di squadra a Boston, e ora sta giocando a livello altissimo. Ho anche giocato con Mike James, e anche lui sta facendo una grandissima stagione. È curioso aver ritrovato qui anche Nikola Mirotic, che ho affrontato tante volte in NBA. Ma anche Toko Shengelia e Scottie Wilbekin stanno vivendo una grande annata. CSKA Mosca, Anadolu Efes, Barcellona, sono tutte ottime squadre, molto bilanciate, con esterni fortissimi ma anche giocatori interni di qualità”.

Come ti trovi a Monaco? È diversa la tua vita qui in Europa?

“Monaco è una città molto bella e vivibile, la gente è cordiale. Ti dà molte opportunità, ma allo stesso tempo è anche tranquilla. Il passaggio dall’America all’Europa non è stato molto difficile, anche perché i miei compagni e la società mi hanno aiutato molto. Non sono ancora andato a vedere il Bayern Monaco di calcio, ma lo farò presto. Sono stato però all’Oktoberfest, mi sono divertito così tanto che ci sono tornato anche in un’altra serata: è stato bello far parte di una festa tradizionale e capire la cultura del Paese in cui sto vivendo oggi”.

scritto da Daniele Fantini