Meno gruppo, più tempo per crescere: quanto è pronta la nuova Olimpia Milano?

Domenica 19 settembre 2021

L’esordio in Supercoppa, contro una Treviso ridotta a soli quattro senior e uscita dal campo con un quintetto composto interamente da Under, lascia il tempo che trova. Da un lato, una buona sgambata per provare i giochi in situazione semi-agonistica. Dall’altro, una prima ufficiale poco utile per avvicinarsi al primo vero impegno dell’anno, la semifinale di lunedì contro la Happy Casa Brindisi (ore 18.00 su Discovery+, Eurosport 2 e DMAX). Il +48 finale (108-60) aggiorna i libri delle statistiche ma non toglie il grosso interrogativo che sta accompagnando l’Olimpia in questo mese di settembre: quanto è pronta questa squadra, cambiata così tanto nonostante lo storico traguardo delle Final Four di Eurolega raccolto soltanto quattro mesi fa?

2020-21: QUELLA PARTENZA STRAORDINARIA POI PAGATA A FINE STAGIONE

L’anno scorso, con un mercato-lampo e un raduno cominciato già nei primissimi giorni di agosto, Milano ha sorpreso per la forza, la chimica, il gruppo e la preparazione fisica e mentale con cui ha letteralmente aggredito la stagione, affondando subito gli artigli come una leonessa nel corpo della preda. Una partenza a razzo, che ha visto la squadra vincere 23 delle prime 24 gare in Italia (tra Supercoppa e campionato) e lanciarsi subito nelle zone alte della classifica in Eurolega, abbrivio fondamentale non soltanto per raggiungere il grande obiettivo playoff dopo sette anni di attesa, ma per farlo anche con il fattore-campo a favore.

Ma lo scatto iniziale, bruciante come quello di Allen Iverson dei momenti migliori, quando bastava (scherzosamente) soltanto battere le ciglia per perderne le tracce, ha poi richiesto un conto pesante nella parte cruciale della stagione, dopo la conquista della Coppa Italia. Un crollo psico-fisico salvato in Eurolega, grazie anche al livellamento di un campionato a porte chiuse che ha reso violabili tanti parquet virtualmente inattaccabili con il pubblico sugli spalti, ma non in campionato, terminato sulle ginocchia, in confusione mentale e con la sensazione di non avere alcuna arma di riserva cui attingere per evitare la maturazione del drammatico 0-4 in finale contro la Virtus.

2021-22: PARTENZA LENTA PER RAGGIUNGERE IL TOP AL MOMENTO GIUSTO

Quest’anno, Milano è partita più tardi, riducendo il carico e gli impegni pre-campionato di fronte all’esperienza della scorsa stagione sconfinata oltre le 90 partite, come una vera e propria annata NBA. Con la differenza del tasso di agonismo eccelso preteso in ogni impegno dal basket italiano ed europeo rispetto a quello più scenografico d’oltreoceano. Un paio di scrimmage a porte chiuse con l’Efes e un viaggio a Parigi, salutata da una sconfitta contro l’Asvel. E ora è già tempo di Supercoppa e, tra una manciata di giorni, di esordio in campionato nella trasferta di Napoli.

Il modus operandi sembra differente da quello visto lo scorso anno, e forse anche più distante dalla filosofia classica di coach Ettore Messina. Si cresce più lentamente, nel tempo, magari accettando anche di lasciare per strada qualche partita a inizio stagione, ma in modo da arrivare ad aprile/maggio con una condizione migliore rispetto a quella claudicante del 2021. Nulla di inventato, anzi, confermato anche dalle parole dello stesso allenatore alla vigilia della Supercoppa: “Siamo ancora un po’ indietro perché abbiamo scelto, vista la lunghezza della stagione, di cominciare un po’ più tardi e alcuni giocatori si stanno ancora assestando. Il nostro obiettivo è crescere nel corso della competizione, giorno dopo giorno, naturalmente se saremo abbastanza bravi da iniziare con una vittoria”.

La vittoria è arrivata, com’era anche nella logica delle cose. Ma, con il dovuto rispetto per un’avversaria non-competitiva, non si è vista la stessa Milano graffiante dell’esordio in Supercoppa di agosto 2020. Meno intensa, meno fisica, meno compatta in difesa, dove quel 6/9 dall’arco che ha permesso a Treviso di restare anche in vantaggio fino alla metà del primo periodo, non sarebbe stato concesso. Per intenderci, un’Olimpia meno gruppo rispetto a quel core costruito molto rapidamente e con chimica perfetta in una manciata di settimane, e poi cavalcato come grande asset per l’intera stagione. Lunedì, con Brindisi, la prova della verità. O di semplici impressioni destinate ad essere spazzate via da una folata di vento.

scritto da Daniele Fantini

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