AX Armani Exchange Milano-Maccabi FOX Tel Aviv 92-88

Milano, 19 novembre 2019

A che età sfiorisce un campione? Probabilmente mai. È pratica comune che i campioni si ritirino perché è il corpo che suggerisce, anzi, impone, loro di farlo. Non la testa. E nemmeno il talento. Quello non può scomparire nel nulla come fossimo in Space Jam. Non so quanto chilometraggio abbia ancora a disposizione lo chassis di Luis Scola, ma, per il momento, è bello goderselo fino all’ultima goccia di benzina. Lo stesso discorso, sebbene con qualche annetto di differenza, vale anche per il Chacho Rodriguez.

L’esperienza è un fattore che paga, su tutti i campi, specialmente su quello da basket, dove la testa e il talento tendono a fare la differenza. Ci sono certi tiri in certi momenti di una partita che sai già che quel giocatore potrà prendere e segnare. Solo lui e nessun altro. La differenza tra il mettere i soldi in cassaforte o puntarli sul cavallo più brocco di una corsa. Se date quei palloni in mano a Rodriguez o a Scola, sapete già, ancor prima che il pallone abbia lasciato i polpastrelli, che molto probabilmente saranno destinati a finire sul fondo della retina.

Scottie Wilbekin difende la rimessa in campo da fondo di Michael Roll

I grandi campioni fanno sembrare tutto facile, anche cose che, in realtà, sono l’esatto opposto. Il canestro decisivo che ha chiuso definitivamente la partita è stato semplice: penetrazione sul lato destro di Rodriguez, aiuto attirato, scarico per Scola e appoggino vincente al tabellone. Semplice, già. Ma a parole. Fare quelle cose, all’ultimo minuto di una partita giocata alla morte, in un’area pattugliata da due atleti saltatori neri, e farle sembrare facili, è il tocco dei campioni.

Ma i grandi campioni fanno anche paura. Perché tale è il loro status, la loro aura, che è pericoloso anche soltanto stargli vicino. Ho ancora impressa nella memoria un’azione di transizione difensiva dell’Olimpia dopo una palla persa nel quarto periodo, nel momento dell’ultimo tentativo di rimonta del Maccabi. Pericolosissimo. Scola sprinta dalla metacampo offensiva per chiudere Scottie Wilbekin sul lato destro nel più classico degli accoppiamenti in situazione di emergenza. Wilbekin sta giocando una serata magica, segnando triple dal palleggio in faccia a qualsiasi difensore con facilità disarmante. Scola gli si piazza davanti, piegato sulle gambe per quanto gli permettano le sue ginocchia e la sua schiena di 39enne. Wilbekin potrebbe bruciarlo sul primo passo senza nemmeno faticare. E invece no. Arretra. Scola lo segue. Lui arretra, e arretra ancora finché di fianco a Scola si piazza anche Jeff Brooks, con le braccia larghe e le mani aperte, come a dire: “Tu, di qui, ormai non passi più”. Wilbekin passa pigramente il pallone in punta. Il Maccabi non segnerà in quell’azione. Buonanotte a tutti.

scritto da Daniele Fantini

Una risposta a “AX Armani Exchange Milano-Maccabi FOX Tel Aviv 92-88”

  1. Perché certi scritti non li pubblichi anche sul sito di Eurosposrt? Meritano di trovare una platea più ampia.

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