Vanoli Cremona-AX Armani Exchange Milano 81-83

Martedì 19 gennaio 2021

“Ci sarebbe questo alley-oop di Poeta per Lee da prendere…”.

Quasi per ironia, ne parlavo giusto due giorni fa, domenica 17, con il mio collega di Eurosport, il “Maestro” Marco Arcari, dovendo selezionare e raccogliere le clip con le azioni più spettacolari della partita tra Cremona e Trieste. Ormai è più di metà stagione, dicevo, che Peppe Poeta e Marcus Lee giocano la stessa soluzione sul pick’n’roll centrale, e ancora le difese non hanno capito come adeguarsi?

Mi aspettavo che Milano ce la potesse fare. E, in effetti, è stato così per i primi tre quarti, Poi, in maniera violenta quanto improvvisa, ha incassato un clinic di pick’n’roll da 15-0 in quattro minuti. Tutto giocato allo stesso modo. E c’è mancato davvero un soffio che Cremona portasse via la partita così. A volte mi sembra di rivedere la Montegranaro di Finelli, quando Luca Vitali e Sharrod Ford avevano trovato quell’intesa così perfetta da riuscire a piazzare almeno 2-3 giocate di quel tipo in ogni partita. E non eravamo ancora nell’epoca della “pallacanestro verticale” di oggi. Pensate che cosa avrebbero potuto fare quei due nel 2021, se fossero nati una quindicina di anni dopo.

Questo mi riporta alla considerazione precedente. Possibile che le difese non abbiano capito come adeguarsi? Considerando anche e soprattutto il fatto che Cremona non ha poi questo spartito offensivo così variegato? No, non l’hanno capito. O, molto più probabilmente, l’hanno capito ma è impossibile adeguarsi in maniera efficace per tutta la partita, talmente grande è il vantaggio dell’attacco in questa situazione.

Peppe Poeta è un giocatore da analizzare per bene, perché troppo spesso ci si ferma, in maniera altrettanto semplicistica, alla carta d’identità. Ma, anche a 35 anni (36 a settembre), un giocatore di quel tipo non è necessariamente bollito. Anzi, ha avuto la possibilità di perfezionare talmente bene i fondamentali che per lui, ormai, il pick’n’roll non ha più segreti. Il primo passo non sarà più quello di un tempo, è vero (ma nemmeno così calato, in realtà), ma ciò che fa la differenza è il modo con cui utilizza il corpo per mantenere il vantaggio preso sul blocco. È tutto un cambio di ritmo, un cambio di passo, un rallentare per mandare fuori tempo il difensore o per buttargli il corpo addosso e impedirgli di recuperare. A volte, Poeta sembra frenare in area, sembra non avere più l’energia per arrivare al ferro. Invece no, sta semplicemente tenendo dietro di sé il proprio uomo, per stanare il lungo in aiuto dall’area e avere così quella piccola finestra di luce per alzare il pallone al proprio big-man. E Marcus Lee, con quella struttura fisica slanciata e quelle gambe da atleta di salto triplo, può arrivare ovunque attorno al ferro. Basta solo alzargli la palla in zona.

Senza quella fiammata da 15-0 con clinic di pick’n’roll, Milano avrebbe probabilmente vinto con relativa tranquillità, in doppia cifra di margine. E avremmo potuto parlare di un altro clinic, quello gestionale di Ettore Messina, capace di ruotare gli uomini in maniera perfetta per i primi tre quarti. Poi, però, è arrivata l’imboscata, con conseguente necessità di richiamare i titolari all’ordine per un extra-sforzo fisico e mentale proprio all’alba di una delle partite cruciali per la battaglia-playoff di Eurolega. Non che le seconde linee, in realtà, abbiano contribuito in maniera particolare, ma non è quello che si chiede, e sarebbe sbagliato pensarlo. La panchina non deve giocare 30 minuti e vincere la partita. Non è concepibile in Prima Divisione, figurarsi in Serie A. La panchina deve dare quei 10-15 minuti di riposo ai titolari senza incidere in maniera negativa sul punteggio. E, in questo, Messina ha gestito in maniera ottima per i primi tre quarti abbondanti.

Alla fine, l’hanno risolta una giocata di Datome (che strano, considerando il periodo…) e un paio di Zach LeDay, decisivo anche se un po’ più ondivago del solito. Ma oggi spenderei un paio di parole anche per Kaleb Tarczewski, alla sua miglior partita dell’anno (14 punti, 12 rimbalzi). Mi aspettavo una sua serata di questo tipo, perché Cremona, finora, ha sempre sofferto contro big-man fisici e di stazza, avendo un front-court molto leggero e debole a rimbalzo. Tarczewski ha sfruttato il vantaggio in pieno, infilandosi alla perfezione nelle pieghe della partita. Certo, c’era lui in campo quando Poeta ha iniziato a far fioccare alley-oop a raffica, ma il centro viene eccessivamente colpevolizzato, a torto, in questa situazione. Se il play avversario arriva a mettere con continuità entrambi i piedi in area, il primo responsabile è il difensore sul perimetro, il cui errore (farsi battere dal palleggio) scatena poi quella serie di rotazioni che portano l’attacco a concretizzare il vantaggio con l’alley-oop. Chiaro, mi sarebbe però piaciuto vedere che cosa sarebbe successo con Kyle Hines al suo posto, più attaccabile in realtà dalla verticalità del lungo avversario, ma molto meno dal palleggio del play. Chissà, magari al ritorno…

scritto da Daniele Fantini