Virtus Segafredo Bologna-AX Armani Exchange Milano 76-58, finali gara-3

Virtus Segafredo Arena (Bologna) • Mercoledì 9 giugno 2021

Lo Scudetto adesso è a un passo, con un grasso cuscinetto di tre match-point a disposizione. Dopo il doppio sacco del Forum, la Virtus supera anche la prova più difficile della serie, quella prima partita casalinga giocata con i gradi da favorita, e lo fa nel modo migliore e più spettacolare possibile: un tonante +18 conquistato con un parzialone stordente di 24-6 in un ultimo periodo dominato in maniera nettissima, o, se preferite, 27-8 dopo l’ultimo vantaggio dell’Olimpia firmato da una scarica di Gigi Datome, ultima mitragliata nel tentativo, invano, di svoltare una partita che parla ancora una volta soltanto bianconero anche dopo i cambiamenti tattici orchestrati da coach Ettore Messina tra gara-2 e gara-3.

La palla a due che apre gara-3 delle LBA Finals tra Virtus Segafredo Bologna e AX Armani Exchange Milano

Abass ruba e vola in contropiede per la schiacciataNonostante la rinuncia a Zach LeDay e la scelta di un quintetto leggero a trazione perimetrale con la staffetta Micov-Datome in ala grandela difesa della Virtus mantiene la stessa ferocia, intensità e coordinazione delle prime due partite della serie, continuando ad asfissiare l’Olimpia oltre l’arco (percentuali ancora in picchiata verso un tristissimo 5/25, 1/10 nell’intera ripresa) e a schermare l’area contro quel poco che Milano può proporre vicino a canestro, considerando lo scarso impatto dello scongelato Kaleb Tarczewski (0 punti in 11′ e -18 di plus/minus), l’involuzione ormai cronica di Kyle Hines e le difficoltà di Shavon Shields nel crearsi le sue classiche soluzioni in avvicinamento dal mid-range (14 con 5/14 dal campo). I soli58 punti concessi (peggior dato stagionale per l’Olimpia) sono l’esaltazione più grande della forza collettiva di una squadra arrivata all’appuntamento decisivo della stagione con una compattezza, un’unione d’intenti e una freschezza fisica e mentale chiaramente superiore a quella di un’avversaria visibilmente logora dopo la lunghissima ed estenuante campagna in Eurolega, terminata soltanto dieci giorni fa con il terzo posto di Colonia.

Kyle Weems e i canestri difficili, con anche il falloNel collettivo bianconero spicca, in maniera ancor più brillante della già ottima gara-2, la prestazione di Kyle Weems, vero MVP in una serata all-around da 23 punti, 10 rimbalzi (5 offensivi) e 5/8 dall’arco, micidiale con le sue triple nel risvegliare la pericolosità della squadra di coach Djordjevic in un paio di pesanti passaggi a vuoto a cavallo tra secondo e terzo periodo, quando Milano rimette brevemente la testa avanti recuperando svantaggi in doppia cifra. A orchestrare il tutto, ancora una volta, la sapienza di Milos Teodosic (12 punti, 6 assist, 4 rimbalzi, 4 falli subiti), super-solido come nelle partite del Forum nonostante le cifre in leggero ribasso. A sostegno del Mago, la coppia probabilmente più concreta della serie, anche se in maniera differente: perché alla vivacità di Alessandro Pajola (10 punti, 6 rimbalzi e un paio di triple ammazzagambe) si affianca il lavoro oscuro straordinario di Stefan Markovic, fatto di ordine, intelligenza tattica ed enorme spirito di sacrificio difensivo.

Gamble e Tarczewski, botta e risposta con le stoppateGià, quella difesa che trova, come nelle prime due gare, terreno fertile nel cuore e nel cervello di ogni giocatore. Sul perimetro, dove anche lo stesso Teodosic continua a mostrare una dedizione quasi inaspettata, e in vernice, con la solita sostanza fornita da Julian Gamble (7 rimbalzi) e la duttilità tattica straordinaria di Pippo Ricci e Amar Alibegovic, ormai vere variabili decisive in una serie che vede coach Djordjevic continuare ad affidarsi e ad attingere tantissimo dal suo reparto italiani, con Josh Adams sempre relegato sul fondo della panchina con l’ennesimo n.e. Ma, d’altronde, gli equilibri trovati sono talmente perfetti che anche il minimo cambiamento rischierebbe di trasformarsi in un pericolosissimo boomerang.

Rodriguez con l’assist dietro la schiena per ShieldsCambiamenti che, su sponda opposta, coach Messina non riesce invece a tradurre in efficacia sul campo. L’assenza di Malcolm Delaney, pedina fondamentale anche se negativa nelle prime due gare, viene by-passata in modo inedito, con la promozione di Sergio Rodriguez in quintetto base e l’utilizzo di Kyle Hines da play-centro per larghi tratti della partita, ma la regia continua a latitare, e l’attacco biancorosso ad arenarsi in un’altra serata di scarsa ispirazione e fluidità, con il ricorso ripetuto a situazioni di 1vs1 da isolamento sul perimetro o di post-up contro il muro sempre eretto dalla Virtus al limite dell’area. Mentre il già citato Shavon Shields Kevin Punter (11 con 2/10 al tiro) fanno a cornate con i ferri della Segafredo Arena e Rodriguez perde presto fiducia nella sua scintilla offensiva con una lunga serie di triple sbagliate (soltanto 4 punti con 1/7 dall’arco), si esaurisce presto anche la fiammata iniziale portata dalla freschezza di Vlado Micov (8 punti, 6 nel solo primo quarto), mentre dalla panchina produce soltanto Gigi Datome (14), ultimo ad alzare bandiera bianca in un terzo periodo giocato con il carattere e l’esperienza del grande campione.

VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA-AX ARMANI EXCHANGE MILANO 76-58

  • Bologna: Markovic 4, Abass 6, Weems 23, Ricci 3, Gamble 2; Pajola 7, Belinelli 7, Alibegovic 5, Hunter 4, Teodosic 12, Nikolic. N.e.: Adams All.: Djordjevic.
  • Milano: Rodriguez 4, Punter 11, Micov 8, Shields 14, Tarczewski; Biligha, Moraschini, Brooks 3, Hines 4, Datome 14, Wojciechowski. N.e.: Cinciarini. All.: Messina.

scritto da Daniele Fantini