Virtus Segafredo Bologna-Joventut Badalona 80-75

Martedì 23 marzo 2021

Per combinazioni varie, ho visto giocare più volte Badalona quest’anno, e mi ha sempre fatto un’ottima impressione, sin dalla prima partita. Anzi, sin da quello scampolo che ha chiuso la scorsa stagione nella bolla di Valencia, e che ha portato tanti appassionati rimasti a secco di basket per mesi di lockdown ad abbuffarsi letteralmente con quella manciata di partite con cui la ACB ha voluto comunque assegnare il titolo del 2020. L’ossatura della squadra era la stessa di oggi, tanti canterani di talento che ho imparato, pian piano, a conoscere e apprezzare, da Xabi-Lopez Arostegui a Nenad Dimitrijevic. Poi, in estate, sono arrivate due leggende (almeno per il mio personale vissuto) come Pau Ribas e Ante Tomic. E il livello di interesse non ha potuto far altro che aumentare a dismisura.

La palla a due tra Virtus Segafredo Bologna e Joventut Badalona.

Sapevo che sarebbe stata una partita complicata. Anzi, direi che Badalona è stato il primo vero avversario attrezzato e competitivo affrontato finora dalla Virtus in una stagione che ha proposto tante partite di scarso valore e contenuto tecnico-tattico. Questa sera, invece, si è giocato sul serio. Si è giocata l’Eurocup nella sua massima espressione possibile. O, quantomeno, qualcosa di molto vicino. Perché sono sempre convinto che non ci sia una squadra più forte di Bologna e devo ancora capire se ce ne possa essere una migliore di Badalona. Forse Kazan, ma credo che avremo la risposta finale, se tutto andrà come previsto, al prossimo turno…

Difficile per difficile, la Virtus l’ha risolta alla fine. Sfruttando ancora una volta, o forse dovrei dire come sempre, la sua forza difensiva. Perché per quanto continui a guardarla e ad apprezzare certe prelibatezze dei singoli, non riesco ancora a trovare, in attacco, una vera amalgama, una chimica o un’intesa degna di un top-team. Per le telecamere e i microfoni di Eurocup, Marco Belinelli si porta a casa il premio di MVP della partita, top-scorer con 24 punti realizzati (13 dei quali in lunetta, 11 nel solo primo tempo). Ok, nel terzo quarto ha segnato una serie di triple cruciali per ricucire uno strappo che sembrava molto pericoloso. E ha poi piazzato la pennellata finale con quel canestro in svitamento dai quattro metri nel finale punto-a-punto. Però devo essere onesto. Le mie idee di MVP sono un po’ diverse.

Il mio premio andrebbe spartito, a mani basse (ma veramente a mani basse!) tra Alessandro Pajola e Vince Hunter, anime del quintetto a trazione atletica, energica e difensiva con cui Djordjevic ha girato la partita nel quarto periodo. Quei due, con Kyle Weems, formano un asse difensivo esterno-lungo che pochissime altre squadre possono permettersi a questo livello. Basta soltanto una fugace occhiata per scorgere un atteggiamento differente dal resto del gruppo e degli avversari. Ogni pallone, per loro, è vissuto veramente come l’ultimo, giocato con il sangue. E anche se tecnica e talento sono un gradino più basso rispetto ai big, sono quelli i giocatori che, alla fine, ti fanno vincere le partite. A ogni livello e contro qualsiasi avversario.

scritto da Daniele Fantini