Eurolega, i miei premi di fine anno: miglior quintetto, MVP, coach dell’anno, giocatore sorpresa, miglior difensore, rising star

Miglior quintetto

Scegliere i migliori cinque della stagione di Eurolega è stata un’operazione molto, molto, molto complicata. E difficilmente sarebbe stato il contrario, considerando la qualità generale dei giocatori a roster e l’equilibrio che ha contrassegnato l’intero campionato dando vita alla volata playoff più combattuta della storia, con cunque squadre racchiuse tra le 20 e 21 vittorie. Per onestà intellettuale, ho scelto di non inserire alcun giocatore dell’Olimpia Milano, seppur abbia fatto qualche pensierino a Kevin Punter e Shavon Shields.

Il mio big-man è Walter Tavares (11.5 punti, 8.0 rimbalzi, entrambi career-high), àncora difensiva per eccellenza del campionato. Non credo ci sia nessuno con il suo stesso impatto fisico e la capacità di irretire gli avversari con la sola presenza a centro-area.

Al suo fianco metto Nikola Mirotic (16.9 pt, 6-3 reb con il 42% da tre), e qui la scelta è abbastanza d’obbligo. Ma credo sia anche altrettanto funzionale unire un’ala tecnica, iper-offensiva e capace di aprire il campo a un centro come Tavares.

L’assemblaggio del back-court è stato invece molto più complicato, considerando il numero elevatissimo di esterni di grande qualità. Ho optato per una line-up versatile e creativa, spendendo Vasilije Micic (16.1 punti, 5.0 assist) nel ruolo molto moderno di point-forward: mi piace l’idea di avere una batteria di giocatori che possano creare dal palleggio, tirare e passare il pallone, artisti completi della “tripla minaccia”, ricalcando lo stile di gioco dell’Anadolu Efes Istanbul.

Come guardia l’esterno che considero two-way player per eccellenza, Cory Higgins (12.6 punti), letale e cinico in attacco tanto quanto tremendamente pungente nella propria metacampo, uno dei giocatori più completi che abbia mai visto e con una solidità mentale stratosferica.

Cabina di regia, infine, a Nando De Colo (15.5 punti, 4.1 assist). Scelta difficile, difficilissima, ma premio la trasformazione che l’ha fatto fiorire nella seconda parte di stagione permettendogli di trascinare il Fenerbahçe ai playoff da una situazione di partenza semi-disastrosa.

  • C – Walter Tavares (Real Madrid)
  • F – Nikola Mirotic (FC Barcellona)
  • F – Vasilije Micic (Anadolu Efes Istanbul)
  • G – Cory Higgins (FC Barcellona)
  • G – Nando De Colo (Fenerbahçe Beko Istanbul)
Il miglior quintetto dell’Eurolega 2020-21.

MVP – Vasilije Micic (Anadolu Efes Istanbul)

Ha fatto segnare le sue cifre migliori in carriera (16.1 punti, 5.0 assist) ed è pronto per volare in NBA, dove credo abbia le chance per ritagliarsi un proprio spazio interessante. Quest’anno ha preso totalmente in mano la squadra soppiantando anche Shane Larkin. E credo che ci sia tanto della sua esplosione nella straordinaria risalita dell’Efes nel girone di ritorno che ha riportato il team di Ataman nel ruolo di grande favorito per la finale.

Giocatore sorpresa – Achille Polonara (Baskonia)

Anche senza essere partigiani è impossibile non riconoscere che la stagione di Aki sia stata clamorosa: 12.2 punti, 6.6 rimbalzi, 44.3% da tre, giocatore più utilizzato da coach Dusko Ivanovic (un mastino puro della panchina) nel Baskonia arrivato a una vittoria di distanza dai playoff. In maniera impronosticabile, Polonara si è trasformato in un ottimo giocatore da quintetto d’Eurolega in una stagione e mezza. Chi l’avrebbe mai detto quando, due anni fa, lasciò Sassari per questa avventura?

Coach dell’anno – Sarunas Jasikevicius (Barcellona)

A livello di risultati raccolti per qualità di organico, il premio andrebbe ad Andrea Trinchieri (Bayern Monaco) e, in secondo luogo, a Martin Schiller (Zalgiris Kaunas). A livello di qualità del gioco, probabilmente ancora ad Ergin Ataman (Anadolu Efes Istanbul). Ma credo sia giusto premiare Sarunas Jasikevicius per la costanza mostrata dal Barcellona in tutta la stagione e la sua forza su entrambe le metà del campo. Perché, come tutte le grandi squadre, anche il Barça fonda i suoi successi su quello che fa nella propria area. Jasikevicius non ha fallito la sua prima, vera, grande occasione, trasportando i suoi valori e la sua filosofia di allenatore all’interno di una corazzata continentale con tanti giocatori extra-lusso. Facile, direte voi, con quel roster a disposizione. Invece no, è la cosa più difficile.

Miglior difensore – Walter Tavares (Real Madrid)

Detto poche righe sopra. Il basket moderno non può prescindere dalla presenza di un big-man verticale, stazzato ed atletico su cui ancorare la difesa di squadra. E non c’è un centro capace di spostare così tanto gli equilibri come il capoverdiano.

Rising star – Rokas Jokubaitis (Zalgiris Kaunas)

Qui la scelta è forzata. L’Eurolega moderna non è una competizione per esperimenti o per lanciare giovani talenti. Quelli che hanno la fortuna, anzi, la bravura e capacità di trovare anche un piccolo spazio si contano davvero sulle dita di una mano. La crescita più eclatante è stata quella di Rokas Jokubaitis (7 punti, 2.5 assist di media in 21 minuti) non soltanto per produttività, ma anche per impatto e faccia tosta che è in grado di riversare ogni sera sul parquet. Il ragazzo ha doti caratteriali incredibili… ma il fatto che emergano tutti allo Zalgiris è un caso? Credo proprio di no…

scritto da Daniele Fantini