Allianz Trieste-Umana Reyer Venezia 69-87

domenica 21 marzo 2021 • Eurosport Player

24, 22, 23. Sono i punti realizzati nelle ultime tre partite da Stefano Tonut, miglior marcatore stagionale della Reyer e miglior marcatore italiano in Serie A. Sesto ventello del campionato, nona gara in doppia cifra consecutiva. Ormai, abbiamo raccolto talmente tanti indizi positivi che descrivere questa stagione come il suo break-out year pare ormai una questione del tutto pleonastica. Finalmente, oltre agli ormai soliti noti, abbiamo un altro giocatore azzurro di grande qualità, una star in tutto e per tutto del nostro campionato. Non può che far bene al torneo, all’interesse, ai tifosi, alla crescita del movimento in generale, perché, per quanto le nostre squadre possano gettare basi forti su stranieri di prestigio, sono sempre gli italiani, volenti o nolenti, a smuovere le attenzioni collettive.

Di nuovo in redazione per il commento di Allianz Trieste-Umana Reyer Venezia

Nella vittoria da grande ex su Trieste, Tonut ha fatto tutto. Ha segnato, ha messo tiri pesanti e importanti nei momenti cruciali, ha costruito tanto dal palleggio (anche sbagliando in alcune occasioni, per carità, com’è normale che sia) ma, soprattutto, ha accompagnato alla pericolosità in attacco una grande dedizione nella metacampo difensiva, andando forte a rimbalzo, pressando e ostacolando la palla sul perimetro. Con quelle caratteristiche fisiche a disposizione, il suo gioco non può che essere questo. Una volta trovato e incanalato il flow, diventa inarrestabile. In certe cose mi ricorda il giovane Alessandro Gentile, ma con letture tattiche molto più avanzate.

Al volto nuovo che emerge ormai in maniera prepotente si sono affiancati i grandi veterani, a testimonianza eterna del fatto che, senza esperienza, è difficile vincere. Ho apprezzato tantissimo la partita di Mitchell Watt, giocatore straordinario per qualità e completezza tecnico-tattica su entrambi i lati del campo. In maniera silente, ma costante e concreta, Watt ha portato mattone su mattone, risultando decisivo sul lungo periodo: un rimbalzo, un assist, una gran difesa, una lettura di qualità in attacco. Tante piccole cose sparse che, sommate assieme, vanno poi a costruire una dote di importanza capitale.

Discorso simile per Austin Daye, in grandissima risalita dopo gli enormi problemi sofferti nelle ultime settimane. Quella tripla in step-back laterale con cui ha spezzato la grande rimonta triestina nel quarto periodo è stato un colpo da campione vero, purissimo, che mi ha ricordato tanto, per difficoltà unita a una pulizia tecnica invidiabile del movimento, quel canestrone con cui, l’anno scorso, decise i quarti di finale di Coppa Italia contro la Virtus Bologna. In quell’occasione ero lì, in prima fila, a gustarmelo a tre metri di distanza. Questa volta ho potuto essere lì soltanto con la voce, ma è stata un’esperienza ugualmente forte.

scritto da Daniele Fantini