AX Armani Exchange Milano-Kirolbet Baskonia Vitoria 81-74

Milano, 7 novembre 2019

Il Baskonia, su di me, ha sempre avuto un fascino particolare. Sin dai tempi di quelle storiche finali al meglio delle cinque del 2001, quando la Kinder Bologna di Rigaudeau, Jaric, Ginobili, Frosini e Griffith trionfò battendo l’allora Tau Ceramica alla bella. In quel Tau c’era giocava già un giovanissimo Luis Scola. Che ora riaffronta il suo passato a 39 anni di età. Curioso.

Dicevo, il Baskonia ha sempre avuto un fascino particolare. Vuoi per il colore delle maglie, vuoi per il nome così strano per la lingua italiana (quello completo è Saski Baskonia Vitoria-Gasteiz), vuoi per quel simpatico caprone che campeggia sul logo, vuoi per l’ormai tradizionale capacità della squadra di pescare diamanti grezzi nel torbido e trasformarli in giocatori veri o, quantomeno, capaci di tenere il campo anche a livello di Eurolega. Il passato è zeppo di esempi, a partire proprio dallo stesso Luis Scola.

Quest’anno un’occhiata speciale la meritava Nik Stauskas, giocatore che ho sempre seguito con particolare simpatia a livello NBA, nella speranza, purtroppo vana, di vederlo sbocciare nel più classico dei mortiferi tiratori bianchi. Purtroppo le cose sono andate diversamente, sia a Sacramento, dove probabilmente non aveva ancora il mindset necessario per poter essere incisivo a livello NBA, sia a Philadelphia, dove non è riuscito in un salto di qualità sufficiente per non ritrovarsi macinato nell’insensibile tritacarne del Process.

Il giorno prima della partita, aveva scherzato alla mia domanda su chi fosse, per lui, il miglior tiratore dell’Eurolega. “Sono qui da troppo poco tempo, non conosco ancora bene i giocatori. Quindi direi… che sono io!”. E vederlo in azione non ha disatteso le aspettative. Ha un movimento di caricamento e rilascio favolosamente veloce per questo livello e un’abilità id segnare anche in situazioni di scarso equilibrio fuori dal comune. E non è da sottovalutare anche la sua capacità di attaccare il ferro, come dimostrano un paio di lay-up costruiti da manuale e un altro paio di assist di pura lettura in penetrazione nel cuore dell’area. In tutto, fanno 15 punti in 20 minuti, con 3/3 da due e 3/5 dall’arco, con break piazzati dal Baskonia a ogni suo ingresso in campo. Mica male.

Poi, la partita la vince Milano con una scarica da 13 punti di Amedeo Della Valle nel solo quarto periodo, un exploit che attesta la sua netta trasformazione sotto la gestione Messina rispetto alle titubanze e ai tanti NE dell’epoca Pianigiani. Ma questa è un’altra storia…

scritto da Daniele Fantini