Le origini del basket: le 13 regole fondamentali del gioco

Ci eravamo lasciati con James Naismith a inchiodare sulla porta della palestra della YMCA Training School di Springfield, Massachusetts, le regole fondamentali del gioco della pallacanestro per permettere ai suoi allievi di disputare la prima partita di sempre in un gelido giorno di dicembre del 1891. Un mese dopo, il 15 gennaio 1892, Naismith rende pubblico il regolamento dando ufficialmente vita alla sua creatura: in principio, le norme sono solamente 13, e descrivono un gioco (e sottolineiamo gioco, visto che Naismith, quantomeno inizialmente, non ha mai inteso il basket come uno sport, ma sempre come un semplice passatempo) che ricorda soltanto molto lontanamente la disciplina cui siamo abituati oggi. Le prime partite di “Basket Ball”, dunque, devono sottostare a questi 13 punti:

1) Il pallone può essere lanciato in qualsiasi direzione con una o due mani;

2) Il pallone può essere palleggiato in qualsiasi direzione con una o due mani;

3) Un giocatore non può correre con la palla in mano. Il giocatore deve lanciarla dal punto in cui l’ha ricevuta, eccezion fatta per un giocatore che riceve il pallone correndo a buona velocità e che sta cercando di arrestarsi;

4) Il pallone può essere tenuto in mano o tra le mani; le braccia o il corpo non possono essere usati per trattenerlo;

5) E’ vietato trattenere l’avversario, colpirlo, spingerlo o sgambettarlo. Un fallo verrà fischiato contro il giocatore che violerà questa regola per la prima volta, ma se dovesse succedere in una seconda occasione, il giocatore sarà espulso fino a quando la squadra avversaria non avrà segnato un canestro, oppure, se dovesse essere riconosciuta la chiara volontà di fare male all’avversario, il giocatore sarà espulso per l’intera partita. Non saranno possibili sostituzioni;

6) Per fallo si intende colpire la palla con il pugno oppure violare le regole 3, 4 e 5;

7) Se una squadra dovesse commettere tre falli consecutivi, alla formazione avversaria verrà accreditato un canestro;

8) Un canestro è tale quando il pallone viene lanciato o fatto rimbalzare da terra nel canestro e lì vi rimane (senza cadere), a patto che i difensori non tocchino il canestro stesso. Se il pallone dovesse rimanere in bilico sul bordo e I difensori muovere la struttura, il tiro sarà contato come canestro valido;

9) Quando il pallone esce dal campo, dovrà essere rimesso in campo e giocato dal primo giocatore che lo toccherà all’interno del campo di gioco. In caso di decisione dubbia, sarà l’arbitro a rilanciare il pallone direttamente in campo. Il giocatore che effettua la rimessa ha 5 secondi a disposizione per farlo. Se tratterrà il pallone per un tempo maggiore, questo verrà dato agli avversari. Se una squadra insiste nel ritardare il gioco, l’arbitro assegnerà un fallo contro;

10) L’assistente ha il compito di controllare i giocatori, tenere il numero dei falli e avvisare l’arbitro quando una squadra commette il terzo fallo consecutivo. Può anche espellere i giocatori, così come descritto nella regola numero 5;

11) L’arbitro ha il compito di controllare il pallone e decidere quando la palla è viva, in gioco, fuori dal campo, a chi assegnare la rimessa e cronometrare il gioco. Assegna i canestri, tiene il punteggio e svolge tutte le altre attività che sono solitamente di competenza del segnapunti;

12) Il tempo di gioco consiste in due metà da 15 minuti, con un intervallo di 5 minuti tra l’una e l’altra;

13) La squadra che, alla fine del tempo, ha realizzato il maggior numero di canestri viene dichiarata vincitrice della partita.

Le 13 regole fondamentali del basket scritte da James Naismith.

Com’è evidente, la lacuna più grossa del primo regolamento della pallacanestro è la mancanza di un’indicazione sul numero complessivo dei giocatori di una squadra. Come abbiamo visto nella scorsa puntata, la prima partita alla YMCA Training School viene disputata con un inusuale 9-contro-9, ma è presto chiaro che un numero così elevato di persone in campo rende il gioco troppo lento e affollato. Nel 1900, viene definito in 5 il numero di giocatori in campo per ogni squadra: le sostituzioni sono possibili, ma una volta rilevato, il giocatore non ha più la possibilità di rientrare in campo. Occorreranno altri 45 per avere le sostituzioni illimitate, ancora in voga oggi.

Il gioco della pallacanestro attecchisce presto nella cultura sportiva popolare, anche grazie alla forte spinta ricevuta dal movimento YMCA, che compie una favolosa operazione di divulgazione prima nei college limitrofi a quello di Springfield e poi nell’intero Paese. Naismith, nel frattempo, si trasferisce a Denver per studiare e laurearsi in Medicina Sportiva, e nel 1898 riceve una cattedra a Kansas University. Lì inizia prima a supervisionare e poi a gestire in prima persona, da head-coach, la squadra maschile di pallacanestro del college (i Kansas Jayhawks): rimane in carica per 9 stagioni, e nonostante un’annata di debutto positiva, con 7 vittorie in 11 partite, diventa l’unico allenatore nella storia di KU a chiudere la carriera con un record negativo (55-60, .478), davvero sorprendente per chi avrebbe dovuto conoscere molto bene i segreti di un gioco da lui stesso inventato.

Dopo un’apparizione come disciplina dimostrativa alle Olimpiadi di St. Louis nel 1904, una rapidissima escalation che sorprenderà in maniera notevole lo stesso Naismith, nel 1922 viene organizzato il primo torneo universitario della storia, il National Intercollegiate Basketball Tournament. Disputato interamente a Indianapolis tra il 9 e l’11 marzo 1922, il torneo raccoglie le squadre vincenti di 6 Conference – non tutte accolgono l’invito – e vede il successo in finale dei Wabash Little Giants, una piccola università dell’Indiana (oggi in Division III), su Kalamazoo, una scuola privata del Michigan, per 43-23. Per il primo torneo NCAA, però, bisognerà attendere altre 17 stagioni…

scritto da Daniele Fantini