Coppa dei Campioni 1965-66: il primo trionfo italiano è del Simmenthal Milano

La nona edizione della Coppa dei Campioni mette il basket italiano sulla mappa. L’Olimpia Milano di Cesare Rubini, sponsorizzata Simmenthal, prende il posto di Varese nello schieramento di partenza delle 26 squadre campioni dopo la conquista del 16esimo scudetto nell’annata precedente e, cominciando dal turno preliminare, costruisce uno storico e glorioso cammino verso il suo primo successo internazionale.

La stagione parte con una modifica importante nel regolamento FIP, che apre alla possibilità di schierare uno straniero a roster dopo un lungo periodo di protezionismo nei confronti dei giocatori italiani. Milano ingaggia Duane “Skip” Thoren, centro di 208 centimetri appena uscito dalla Illinois University e scelto al quarto giro del draft NBA con la 30esima chiamata dei Baltimore Bullets (gli attuali Washington Wizards). Thoren non avrebbe mai giocato in NBA ma, pochi anni dopo la sua unica stagione a Milano, sarebbe diventato un All-Star della ABA (la lega concorrenziale dell’American Basketball Association) con la maglia dei defunti Miami Floridians.

La Simmenthal Milano, campione d’Europa nel 1965-66. Bill Bradley è il numero 15.

A far coppia con Thoren arriva, nel ruolo di “straniero di Coppa” (nel torneo internazionale non esistono limitazioni di nazionalità per i giocatori tesserati), il giovane Bill Bradley, formidabile ala di 196 cm e reduce del premio di giocatore dell’anno al college di Princeton. Bradley muove a Milano i primi passi da professionista in una carriera che lo porterà a diventare presto una star e leggenda dei New York Knicks, con cui avrebbe giocato per dieci stagioni e vinto due anelli NBA nel 1970 e 1973, prima di vedere il suo numero (24) ritirato dalla franchigia della Grande Mela e il suo nome inserito nella Hall of Fame. L’ingaggio di Bradley permette all’Olimpia di colmare il vuoto lasciato dalla partenza di Paolo Vittori in direzione Varese e avrebbe giocato un ruolo fondamentale nella conquista del trofeo nonostante un’annata molto complessa dal punto di vista logistico: in attesa di sbarcare in NBA, Bradley sceglie di affinare la sua educazione all’università di Oxford, in Inghilterra, dove vive in pianta stabile aggregandosi alla squadra soltanto in occasione delle partite di Coppa.

Americani a parte, l’ossatura italiana è di altissimo livello. Al capitano Gianfraco Pieri, playmaker dal grande QI cestistico, si aggiungono Sandro Rimunicci, guardia realizzatrice ed atletica, Gabriele Vianello, ala mancina di enorme classe offensiva, Guido Ongaro, grande lottatore, e i giovani Giulio Iellini (playmaker) e Massimo Masini (centro), destinati a diventare leggende del basket azzurro e ad entrare nella Hall of Fame del nostro Paese.

Turno preliminare

Il 4 novembre 1965, l’Olimpia debutta nel turno preliminare affrontando la trasferta tedesca di Giessen, dove arriva un successo convincente per 88-77 (30 punti di Vianello e 28 di Bradley) bissato una settimana dopo (11 novembre) a Milano. La larga vittoria per 103-73 in cui spiccano i 36 punti di Bill Bradley permette alla squadra di coach Cesare Rubini di approdare con facilità agli ottavi di finale.

  • Fenerbahçe Istanbul (TUR) – Dinamo Bucarest (ROM) 143-146 (85-71, 58-75)
  • Handelsministerium Vienna (AUT) – Vorwärts Lipsia (GER) 139-161 (75-82, 64-79)
  • EBC Copenhagen (DEN) – Slavia Praga (CZE) 96-171 (57-84, 39-87)
  • MTV 1846 Giessen (GER) – Simmenthal Milano (ITA) 150-191 (77-88, 73-103)
  • Etzella Ettelbruck (LUX) – CSKA Sofia (BUL) 98-162 (51-72, 47-90)
  • Belfast Collegians (NIR) – Denain Basket (FRA) 84-152 (51-78-33-74)
  • KR Reykjavik (ISL) – Alvik Stoccolma (SWE) 109-149 (48-60, 61-89)
  • AEK Atene (GRE) – Wisla Cracovia (POL) 153-150 (72-71, 81-79)
  • WAC Casablanca (MOR) – Benfica Lisbona (POR) 130-130 (53-54, 77-76) / tie-break: Casablanca-Lisbona 63-61
  • Aldershot Warriors (ENG) – Racing Mechelen (BEL) 144-213 (83-113, 61-100)

Ottavi di finale

Il livello della concorrenza si alza, ma Milano supera con forza anche i campioni israeliani dell’Hapoel Tel Aviv. Come nel turno preliminare, l’Olimpia apre la serie in trasferta con una vittoria robusta (80-65 con 26 punti di Bradley e 18 di Vianello) e dilaga in casa asfaltando gli avversari sotto un pesante 87-53, spinta ancora una volta dalla coppia Bradley (25)-Vianello (18).

  • Racing Mechelen (BEL) – Kisa-Toverit Helsinki (FIN) 210-150 (116-76, 99-74)
  • Honvéd Budapest (HUN) – Slavia Praga (CZE) 181-144 (62-100, 81-82)
  • Vorwärts Lipsia (GER) – CSKA Mosca (URSS) 123-175 (66-87, 57-88)
  • WAC Casablanca (MOR) – AEK Atene (GRE) 172-238 (96-113, 76-125)
  • Alvik Stoccolma (SWE) – Real Madrid (SPA) 149-204 (88-113, 61-91)
  • Denain Basket (FRA) – CSKA Sofia (BUL) 126-139 (61-53, 65-86)
  • Hapoel Tel Aviv (ISR) – Simmenthal Milano (ITA) 118-187 (65-80, 53-87)
  • Dinamo Bucarest (ROM) – KK Zadar (YUG) 148-148 (92-87, 56-70) / tiebreak: KK Zadar-Dinamo Bucarest 65-59

Quarti di finale

Il classico formato a eliminazione diretta viene modificato per i quarti di finale. La FIBA costruisce due raggruppamenti da quattro squadre (suddivise per area geografica) destinate a sfidarsi in tre serie con gare di andata-e-ritorno. Il successo di ogni singola serie avrebbe fruttato due punti in classifica, e le prime due squadre in graduatoria si sarebbero qualificate per la prima edizione delle Final Four, organizzata in Italia, a Bologna.

L’Olimpia si ritrova nel gruppo A con i cecoslovacchi dello Slavia Praga, i belgi del Racing Mechelen e, soprattutto, gli spagnoli del Real Madrid, campioni in carica e già affrontati dal Simmenthal nella semifinale persa due anni prima.

Il debutto nei quarti contro il Racing Mechelen è durissimo. Nonostante i 42 punti di Bill Bradley, Milano perde la gara d’andata per 104-94 ma riesce a ribaltare la differenza canestri dominando il ritorno per 95-66 grazie a una serata straordinaria dei suoi americani: al sempre incontenibile Bradley (33) si unisce un ottimo Skip Thoren a quota 25. La miglior versione della stagione di Thoren (27 punti) illude l’Olimpia nella seconda serie contro lo Slavia Praga: Milano si aggiudica la gara d’andata per 96-77 ma crolla in trasferta (59-82) cedendo così i due punti alla formazione ceca.

La qualificazione alla Final Four di Bologna passa, dunque, attraverso la sfida con il temibile Real Madrid. Nonostante un vantaggio di 7 lunghezze all’intervallo, l’Olimpia cade in trasferta per 71-66 (Bradley 20, Thoren 16), ma il -5 è uno svantaggio ribaltabile da una grande prestazione casalinga. E l’impresa arriva. Il 16 marzo 1966, davanti a un PalaLido stracolmo (5.800 spettatori), Milano regola il Real Madrid 93-76 in una serata magica di Nane Vianello, autore di 40 punti in quella che avrebbe sempre ricordato come miglior partita della vita. La Final Four di Bologna è realtà: Milano si qualifica assieme a Slavia Praga, CSKA Mosca e AEK Atene.

  • Racing Mechelen (BEL) – Simmenthal Milano (ITA) 170-189 (104-94, 66-95)
  • Simmenthal Milano (ITA) – Slavia Praga (CZE) 155-159 (96-77, 59-82)
  • Real Madrid (SPA) – Simmenthal Milano (ITA) 147-159 (71-66, 76-93)
#SquadraVittorieSconfitte
1.Slavia Praga*21
2.Simmenthal Milano*21
3.Racing Mechelen12
4.Real Madrid12
* qualificate per la Final Four
#SquadraVittorieSconfitte
1.CSKA Mosca*21
2.AEK Atene*21
3.CSKA Sofia12
4.KK Zadar12
* qualificate per la Final Four

Final Four

Reduce dall’impresa contro il Real Madrid, Milano non trema di fronte alla corazzata sovietica del CSKA Mosca. L’Olimpia arriva a contatto all’intervallo (37-36) e prende in mano la partita nella ripresa, agevolata anche dalle uscite per falli di Gennadij Volnov e Aleksandr Travin, due dei migliori giocatori avversari: il Simmenthal vince 68-57 con 20 punti di Bradley, e15 di Masini, cui si aggiunge l’ottima difesa di Thoren su Zidek. Ora è pronta per affrontare l’atto finale contro lo Slavia Praga, a sua volta impostosi in maniera nettissima sull’AEK Atene (103-73).

Il Simmenthal Milano festeggia la conquista della Coppa dei Campioni 1965-66

La finale del Palazzo dello Sport di Piazza Azzarita è una rivincita della serie persa nei quarti di finale. Sugli spalti ci sono 8.000 spettatori, 3.000 dei quali arrivati da Milano sognando il trionfo. E il trionfo arriva. L’Olimpia trova vendetta vincendo 77-72, trascinata dalla coppia Thoren-Vianello, autori di 21 punti a testa, e dai 14 di Bill Bradley. Sarà poi lo stesso Thoren a tagliare la retina simbolo del primo, storico successo di una squadra italiana in Coppa dei Campioni.

  • Slavia Praga (CZE) – AEK Atene (GRE) 103-73
  • CSKA Mosca (URSS) – Simmenthal Milano (ITA) 57-68
  • Finale: Simmenthal Milano (ITA) – Slavia Praga (CZE) 72-77
  • Finale 3°-4° posto: AEK Atene (GRE) – CSKA Mosca (URSS) 62-85

scritto da Daniele Fantini

Stagione precedente: Coppa dei Campioni 1964-65 • • • Stagione successiva: Coppa dei Campioni 1966-67